Pianta della famiglia delle
Papaveraceae, distribuita in Europa, in Asia e in Africa. In Italia è
abbondante soprattutto nei campi coltivati a
frumento.
GENERALITÀ
Il
papavero è una pianta erbacea annuale con radice biancastra fittonante,
da cui si dipartono numerose radici laterali
filiformi.
I semi di papavero germinano assai
presto, all'inizio della primavera o addirittura in inverno, e producono una
fitta rosetta di foglie basali. Dalla porzione centrale della rosetta basale si
sviluppano poi dei fusti alti fino a 80 cm ricoperti da lunghi peli setolosi e
patenti.
Le singole foglie hanno forma ellittica
allungata e sono composte: pennatopartite o bipennatopartite. Queste foglie
presentano incisioni irregolari e un margine dentellato, mentre la base si
restringe in un lungo picciolo che non è mai amplessicaule neanche nelle
foglie del fusto, semplici e sessili.
I fiori sono
solitari, portati da lunghi peduncoli che si originano dall'apice del fusto e
dall'ascella delle foglie superiori.
Prima della
fioritura i boccioli sono ricoperti da due sepali costituenti il calice, che
all'aprirsi della corolla cade. La corolla è formata da quattro petali
arrotondati di colore rosso vivo, con la parte centrale spesso macchiata di
bruno o di nero.
Il frutto è una capsula di
forma allungata, ovale; nella sua parte superiore presenta un disco ondulato che
a maturità si fa poroso, lasciando fuoriuscire i semi. Questi ultimi sono
piccoli e di colore bruno nerastro.
Tutta la pianta
contiene un lattice bianco che all'aria diventa
bruno.
Per scopi terapeutici si utilizzano le
corolle intere raccolte al momento della fioritura, o i semplici
petali.
PapaveroIMPIEGO
TERAPEUTICO
Il rosolaccio era noto fin
dall'antichità per le sue proprietà sedative. Si utilizzava questa
pianta come verdura: la si coglieva allo stadio di rosetta basale in primavera e
la si consumava fresca, o meglio ancora cotta come gli
spinaci.
Oggi si attribuiscono al rosolaccio
proprietà sedative, tonificanti, espettoranti e antitosse. Queste
proprietà sono dovute ai principi attivi, che sono soprattutto
l'alcaloide readina, alcune sostanze tanniche e delle
mucillagini.
A dosi elevate il papavero presenta
una certa tossicità dovuta essenzialmente ai suoi alcaloidi: si consiglia
perciò di attenersi scrupolosamente alle dosi indicate nelle
preparazioni.
Gli infusi di petali di rosolaccio
sono dei sedativi che conciliano il sonno, soprattutto nei bambini e nelle
persone anziane.
Sono inoltre dei calmanti della
tosse e in particolare della pertosse. Il rosolaccio è inoltre indicato
per la terapia delle bronchiti acute e croniche, con o senza componente
asmatica, per favorire l'espettorazione e anche per calmare gli spasmi
viscerali.
Il rosolaccio ha anche proprietà
coloranti, dovute a sostanze antocianiche presenti nei petali; per questo i
petali sono sfruttati nell'industria farmaceutica per dare colore alle
preparazioni orali, liquide o fluide. In passato il rosolaccio veniva utilizzato
per colorare le parti del viso, in sostituzione di ciprie e
rossetti.
Anche se viene fatta la raccolta
dell'intera corolla, è consigliabile staccare dal fresco, recidendo con
un coltello o semplicemente con le dita, la capsula, che è la parte
più ricca di
alcaloidi.
PREPARAZIONI
-
Uso interno: si utilizzano l'infuso e la tintura
alcoolica.
L'infuso viene preparato con 20-25 g di
petali finemente sminuzzati per litro di acqua bollente. Si lascia riposare per
5-10 minuti, si filtra per tela. Questo infuso va preso nella dose di 1-2
cucchiai, secondo il peso corporeo.
La tintura si
prepara con 100-150 g per litro di alcool a bassa gradazione (20-30°). Si
lascia a macero per una settimana, si filtra per tela. Si prende questa tintura
a cucchiaini: 2-4 al giorno.
Le preparazioni
sopraindicate conciliano il sonno, eliminano i dolori di ventre e calmano la
tosse e la pertosse.
- Uso cosmetico il
decotto di fiori di rosolaccio, preparato con 50 g per litro di acqua, serve per
calmare e togliere le infiammazioni della epidermide, ed è
particolarmente indicato per la terapia degli eritemi solari o delle eruzioni
cutanee in genere.
L'estratto di rosolaccio
esercita azione antipruriginosa.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE
I petali e le corolle si colgono al
momento della fioritura, staccando solo quelle che si sono aperte da poco tempo.
Si deve subito provvedere a eliminare la parte centrale verde, la cosiddetta
capsula.
I petali, meglio se separati l'uno
dall'altro, vengono essiccati all'ombra, disponendoli in sottile strato su
graticciati o su setacci a maglie larghe. Vanno rimossi di tanto in tanto per
facilitarne l'essiccamento. I petali di rosolaccio vengono poi conservati in
sacchetti di carta o di tela.
La coltivazione, del
rosolaccio non è quasi mai necessaria essendo questa pianta comunissima
ovunque e talmente abbondante che è possibile raccogliere da piante
spontanee le quantità necessarie per le preparazioni terapeutiche e
cosmetiche.
La coltivazione se si vuole tentare, va
comunque iniziata seminando assai presto in primavera (fine di febbraio), in
terreno sciolto e ben concimato.
Quando le piante
si saranno sviluppate raggiungendo una rosetta basale di 4-5 cm di diametro, si
opererà il diradamento, lasciando una pianta ogni 10-15
cm.
In questo modo, e operando una concimazione
liquida bilanciata nel mese di aprile, si otterrà un'ottima produzione di
fiori.